Pensieri sparsi
I pensieri vagano,imprecisi,una volta ritornati,ma sembra catapultati,nella vita normale...ogni tanto un pensiero si cristallizza in qualche frase,spero di senso compiuto...

Ancora pochi  giorni sono trascorsi e già il ricordo si fa indistinto,si perde come un sogno della cui realtà non si è certi.Ero dunque proprio io,due,tre giorni fa appena,ad affondare nella neve ,io che ora fisso lo sguardo sul nero asfalto,per nulla somigliante alle rare rocce,di nuovo impegnato nelle quotidiane attività?Ero io che marciavo contro un vento affilato come una lama che scagliava grandine in faccia come pallottole? E non sarà stata una fantasticheria quello star lì imbacuccato nel giaccone,accovacciato nella neve  su di uno spuntone di roccia dall'aspetto di un iceberg,contemplando la solenne bellezza del bianco e cullato dal soffio lieve(ancora!) del vento fra le fronde spoglie?
E ancora,davvero deve essere stato un sogno quel bianco infinito,onnicomprensivo,d'una uniformità che si fatica ad immaginare... si può essere stati immersi così in un mare di latte ,o di zucchero, o di gelato al cocco ,come direbbe qualcuno ,senza distinzione alcuna fra terra e cielo,fra pendii e pianori,con solo di fronte strani figuri  bardati come me in una colonna la cui testa si perde anch'essa nella nebbia? Che strane davvero quelle persone che stavano con me,apparizioni anch'esse di questo sogno,che parlavano , ridevano, scrutavano ,crollavano e resistevano.Penso alla mia comunità,che come tante, probabilmente,la strada non la vive al meglio e non l'apprezza troppo,e poi a questa nostra piccola comunità,così presto costituitasi sulla strada e nella neve...Mi mancherà...Mi mancheranno...Persone appena scorse,personalità intraviste,tutte da una lente assai particolare.Si sarà maggiormente noi stessi in tali condizioni?O lo si sarà di meno, perché in fondo siamo quel che siamo ogni giorno?
Strade incrociatesi quasi per caso, che chissà se si reincontreranno più,e chissà come mai potrà essere l'incontro lontano da quei mucchi di neve...
Vi sono certo persone alle quali piace esprimere la gioia e l'entusiasmo raccontando tutto al termine d'una esperienza del genere;a me no,anzi,al contrario,non ho voglia di parlare,mi infastidiscono le domande(come Andrea appena alzato...);racconterò poi forse qualcosa ogni tanto,a tempo debito.Ora preferisco pensare per conto mio,forse rimuginare(non granché come modo per mettere a frutto un campo come questo...).
Tornati,tutto ha un po' un'apparenza vana,tutto ha l'aria del niente,appare svuotato,anzi pare che svuotato non possa essere perché era già vuoto prima:correre da un posto all'altro ignorando la strada percorsa,e del resto che attenzione meriterebbe,sempre la stessa ogni giorno?Come si può non pensare, tornati a scuola il lunedì mattina,che al professore manchi qualcosa di essenziale per poter parlare?Come non provare un senso d'insofferenza verso ciò che si aveva lasciato appena quattro giorni prima?Eppure è ben questa la nostra vita,la nostra vita; e che diritto ho in fondo di guardare ora il mondo con quest'aria?Come ero qualche giorno fa?E davvero,ora sono così diverso?Probabilmente no...Eppure,allora a che prò queste cosiddette "esperienze forti"?Per cercare di non perdere i momenti della nostra vita,di non farceli scorrere addosso:" cogli l'attimo" ,diceva il poeta... come l'ottimo Luca ha qui scritto.E a ben pensare, non ricorda forse qualcosa delle parole del nostro (P.)Orazio?
 
Noi messinesi abbiamo il privilegio, di cui spesso non ci rendiamo conto,per assuefazione, di poter godere ogni giorno dello straordinario ed unico spettacolo dello Stretto e dell'Aspromonte.Dalla circonvallazione di Messina si potrebbe scorgere per intero il paesaggio, nel quale lo sguardo, nelle giornate in cui la tramontana spazza via del tutto la foschia,si può spingere a nord fino  a Gioia Tauro ed a sud oltre Reggio.Purtroppo la vista è in gran parte impedita dai palazzi:tuttavia,nel tratto da me percorso ogni giorno per andare a scuola, v'è uno scorcio dal quale si vede il massiccio centrale dell'Aspromonte,che quando si tinge di bianco è impossibile non fermarsi ad ammirare.D'ora in poi,guardandolo, ricorderò  i nostri Grandi Capi,la soppresshatha ,la caciotta,il cammino in mezzo alle fronde dei faggi a qualche metro dal suolo,le ore passate a spalar neve senza che all'apparenza cambiasse nulla,il Daviduzzo, che prendeva per me tanta inesprimibile tenerezza, col quale mi si rivolgeva il nostro sherpa del quale sono immeritatamente omonimo,i nostri tentativi di spegnere Mangiafuoco a mezzo neve,i vostri tentavi di spegnere le mie canzoncine, il sangue di Romanov versato per il mio bastone,eccetera eccetera eccetera eccetera.
I rimpianti, in genere, vengon dopo e non durante;credo che nel corso di questo nostro gran campo abbia fatto più o meno quel che rifarei,anche se ora penso che avrei potuto cercare di cogliere meglio qualcuno  dei vostri sguardi oltre che il portamento dei vari Fagus Picea,e avrei potuto dire qualcosa di più sensato delle mie variazioni sinfoniche.
Larga è la foglia, stretta la via,
dite la vostra ch'io ho detto la mia.
 
A   TUTTI un caloroso saluto,una stretta di mano ed un abbraccio:
Ehi voi laggiù,a Caltanissetta,Catania, Mestre,anzi,a Cipressina a Roma capitale, a Battipaglia,a Gioia Tauro, di fronte a me a Reggio Calabria,a Milazzo,
 
GRAZIE!
 
Davide B. 
 
P.S.:ovviamente mi associo alla postilla di Luca:se voi grandi capi siete stati in grado di pensare questo campo,non avrete certo difficoltà ad inventarne un'altro di pari livello.
Inoltre, prima che fioriscano gli asfodeli e sfiorisca il Rosmarinus,mi piacerebbe poter contemplare  gli Spartium junceum ,i Fagus sylvatica, i Pinus e alcuni esemplari di Homo sapiens  coperti di neve.In sintesi, affrettatevi con le foto.
 

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